Disidratazione

La disidratazione è una condizione patologica del corpo, dovuta a bilancio idrico negativo. Si manifesta in seguito a una perdita eccessiva di acqua e liquidi, che non viene compensata. Fra le cause di disidratazione si possono annoverare: vomito, diarrea, ustioni, eccesso di sudorazione, insufficienza renale, uso di diuretici.

Rigurgito

Il rigurgito consiste nell’emissione dalla bocca di saliva e cibo deglutito, ma non ancora arrivato nello stomaco, o comunque refluito dallo stomaco prima di essere attaccato dai succhi gastrici.

evitare la disidratazione nei bambini

Come evitare la disidratazione nel bambino

Cos’è la disidratazione e perché è pericolosa

La disidratazione si verifica quando il corpo perde più liquidi di quanti ne assuma, compromettendo l’equilibrio idrico essenziale per il corretto funzionamento dell’organismo. Nei bambini, questo fenomeno può svilupparsi rapidamente a causa della loro maggiore sensibilità alle perdite di liquidi. Può manifestarsi con sintomi come secchezza delle mucose, ridotta produzione di urina, letargia e, nei casi più gravi, stato di confusione e collasso circolatorio. È quindi fondamentale riconoscere tempestivamente i segni della disidratazione e intervenire in modo adeguato.

Il vomito come causa di disidratazione

Il vomito è una delle principali cause di perdita di liquidi e sali minerali nei bambini. Oltre all’acqua, il vomito fa perdere elettroliti essenziali come sodio e potassio, necessari per il bilancio idrico e il corretto funzionamento muscolare e nervoso. Più episodi di vomito si verificano in breve tempo, maggiore è il rischio di disidratazione, specialmente nei bambini più piccoli.

Come evitare la disidratazione nel bambino

Dopo un episodio di vomito, è essenziale adottare misure per reidratare il bambino in modo efficace:

  1. Somministrare liquidi a piccoli sorsi: Offrire frequentemente piccole quantità di acqua o soluzioni reidratanti orali (SRO) disponibili in farmacia. Queste soluzioni contengono il giusto equilibrio di sali e zuccheri per ripristinare le perdite idriche (World Health Organization, 2017).
  2. Evitare bevande zuccherate o gassate: Bibite come succhi di frutta e bevande gasate possono peggiorare la disidratazione causando un effetto osmotico intestinale che aumenta la perdita di liquidi (Mayo Clinic, 2022).
  3. Reintrodurre gradualmente cibi solidi: Dopo aver reidratato il bambino, si può offrire una dieta leggera a base di alimenti facilmente digeribili come riso, patate, banane e crackers (American Academy of Pediatrics, 2021).
  4. Monitorare la produzione di urina: Se il bambino fa meno pipì del solito o ha urina molto concentrata, potrebbe essere necessario aumentare l’assunzione di liquidi o consultare un medico.
  5. Osservare eventuali segni di disidratazione severa: Sonnolenza eccessiva, occhi infossati, assenza di lacrime quando piange o pelle poco elastica sono segnali d’allarme, che richiedono un consulto medico immediato.

Come evitare la disidratazione nel lattante

Nei neonati e lattanti il rischio di disidratazione è più elevato, per cui le strategie devono essere adeguate alla loro età:

  1. Continuare l’allattamento al seno o la somministrazione di latte artificiale: Il latte materno offre una combinazione perfetta di liquidi e nutrienti per mantenere l’idratazione. Se il lattante è alimentato con formula, si può continuare a offrirla a piccoli sorsi e con maggiore frequenza (World Health Organization, 2021).
  2. Utilizzare soluzioni reidratanti orali: In caso di vomito persistente, il pediatra potrebbe consigliare SRO specifiche per neonati, da somministrare con un cucchiaino o una siringa senza ago.
  3. Evitare acqua semplice in quantità eccessive: Nei lattanti sotto i sei mesi, troppa acqua può alterare l’equilibrio elettrolitico e provocare iponatriemia (American Academy of Pediatrics, 2022).
  4. Monitorare i segni di disidratazione: Fontanella depressa, pianto senza lacrime, irritabilità o sonnolenza eccessiva sono segnali da non sottovalutare, e richiedono una valutazione medica urgente.

Conclusioni

La disidratazione nei bambini a seguito di episodi di vomito è un rischio concreto, ma prevenibile con una gestione attenta e tempestiva dell’idratazione. Somministrare liquidi adeguati a piccoli sorsi, evitare bevande inadeguate e monitorare i sintomi sono strategie fondamentali. Nei lattanti, l’allattamento al seno rimane la prima scelta, integrata da soluzioni reidratanti quando necessario. In caso di segni di disidratazione severa, è fondamentale rivolgersi al pediatra per evitare complicazioni.

cause di vomito nel bambino

Cause di vomito nel bambino

Il vomito nei bambini è un fenomeno comune e, sebbene spesso non sia motivo di preoccupazione, può suscitare ansia nei genitori. Rispetto agli adulti, i bambini possono vomitare per una serie di motivi specifici legati all’età, al sistema immunitario e alle abitudini alimentari. Mentre negli adulti il vomito può essere spesso il risultato di intossicazioni alimentari, stress o infezioni gastrointestinali, nei bambini le cause possono essere più variegate e complesse.

Perché un bambino vomita?

Comprendere il motivo che ha scatenato l’episodio di emesi nel bambino, è fondamentale per decidere il miglior trattamento. Le cause principali includono:

  1. Infezioni gastrointestinali (gastroenteriti)
    Le infezioni virali sono tra le cause più comuni di vomito nei bambini. I virus infettano lo stomaco e l’intestino, provocando nausea, vomito e diarrea. Le gastroenteriti possono essere debilitanti, in particolare nei bambini piccoli, che rischiano più facilmente la disidratazione.
  2. Mal di movimento (cinètosi)
    I bambini sono soggetti al mal di movimento, soprattutto quelli i piccoli. Questo accade quando i segnali inviati dal sistema visivo e dall’orecchio interno (che controlla l’equilibrio) sono in conflitto, come durante i viaggi in auto, nave o aereo. Il vomito da cinetosi di solito scompare quando il movimento viene interrotto.
  3. Alimenti e intolleranze alimentari
    Le intolleranze alimentari, come quelle al lattosio o al glutine, possono provocare nausea e vomito, così come le allergie alimentari. Anche l’ingestione di cibi troppo grassi o pesanti può irritare lo stomaco e scatenare emesi.
  4. Reflusso gastroesofageo (GERD)
    Il reflusso gastroesofageo è una condizione di irritazione, causata dalla risalita nell’esofago del contenuto dello stomaco. Nei neonati e nei bambini piccoli, questo può manifestarsi con episodi di vomito. In alcuni casi, il vomito può essere acido, mentre in altri può apparire come un rigurgito semplice, che è meno preoccupante.
  5. Disturbi neurologici
    Anche se meno comuni, alcuni disturbi neurologici, come le emicranie o le infezioni del sistema nervoso centrale (come meningite o encefalite), possono causare emesi nei bambini. In questi casi, il vomito è spesso accompagnato da altri sintomi, come mal di testa, febbre, rigidità del collo e sonnolenza.
  6. Problemi psicologici e stress
    I bambini possono vomitare anche in risposta a stress emotivo, ansia o paura. Eventi come l’inizio della scuola, separazioni familiari o cambiamenti nella routine quotidiana possono causare disturbi gastrointestinali che si manifestano con vomito.
  7. Ostruzioni intestinali o ernia inguinale
    In rari casi, il vomito può essere causato da condizioni più gravi, come un’ostruzione dell’intestino o un’ernia all’inguine. Questi disturbi possono causare vomito persistente e richiedono un intervento medico urgente.

A cosa prestare attenzione in caso di emesi?

Come abbiamo visto, il vomito può essere sintomo di diverse condizioni; di conseguenza è fondamentale valutare una serie di parametri:

Insorgenza: capire se il vomito è legato a particolari condizioni, se è iniziato prima, dopo o durante i pasti o se in situazioni determinate, ad esempio durante o in seguito a viaggi, incidenti, episodi si stress emotivo, ecc.

Numero di episodi: se gli episodi di emesi si limitano a 1 o 2 volte al giorno, si ha un grado lieve; da 3 a 7 volte al giorno il grado è moderato, mentre se gli episodi sono 8 o più al giorno, si tratta di vomito grave.

Durata: nell’ipotesi di episodi di grado lieve o ricorsivi nel tempo, determinare per quanti giorni persiste la condizione.

Aspetto: fare caso al colore e alla composizione del vomito è molto importante, soprattutto nei casi di presenza di sangue, di vomito di colore verde o giallo scuro, oppure di colore simile ai fondi di caffè.

Modalità: se si tratta di vomito a getto, se consistente e se questo comporta una particolare sofferenza e irritabilità nel bambino.

Altri sintomi e segni associati: ad esempio febbre, diarrea, dolore addominale, mal di testa, variazione significativa di peso corporeo, ecc.

Prendere in considerazione tutti questi elementi, consente di effettuare una valutazione corretta e obiettiva, utile a stabilire la necessità di consulto medico ed eventuali esami di approfondimento.

 Conclusioni

Il vomito nei bambini è spesso legato a cause comuni, e nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente. Tuttavia, è importante monitorare con attenzione tutti i parametri, al fine di prevenire complicazioni. In caso di vomito persistente o grave, è essenziale consultare un medico per escludere condizioni più serie.

Bibliografia:

  1. Paul SP, Whinney J, Fernando AM. Red flag causes of vomiting in infants. J Fam Health Care. 2014 Apr;24(3):19-23.
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